giovedì 30 agosto 2012

Ki tetzè

Ki Tetzè


La parashà di questa settimana contiene ben settantaquattro dei precetti della Torà. Essi includono le leggi della prigioniera bellissima, i diritti di eredità dei primogeniti e del figlio ribelle.

Le leggi riguardanti la sepoltura e la dignità dei defunti, la restituzione di un oggetto perduto e quelle concernenti il mandare via l’uccello madre prima di prendere i suoi piccoli.

L’obbligo di mettere un recinto di sicurezza attorno al tetto della propria casa e le varie forme di kilaim, ovvero gli incroci vegetali ed animali proibiti.
La parashà descrive anche le procedure giudiziarie e la penale per l’adulterio, per violenza carnale o la seduzione di una ragazza nubile, e per un marito che accusa sua moglie falsamente d’adulterio. 

Non possono sposare una persona ebrea i discendenti maschi del popolo Moabita e Amonita, i discendenti Edomiti ed Egizi di prima o seconda generazione.

Si parla anche delle leggi riguardanti la purezza del campo militare e della proibizione di consegnare uno schiavo fuggitivo alle autorità.

Il dovere di pagare un impiegato in tempo, e di permettere chiunque lavora per te, uomo o animale, di mangiare al lavoro. 

Come trattare un debitore, la proibizione di far pagare interesse su un prestito, le leggi del divorzio (dal quale derivano molte leggi sul matrimonio); la penale di trentanove frustrate per chi trasgredisce una mitzvà della Torà; le procedure del yibbum il matrimonio di levirato, quando lo moglie di un uomo che muore senza aver avuto figli rilascia il fratello se non desidera sposarla.
La parashà termina con l’obbligo di ricordare ciò che “Amalek ti ha fatto per la strada, mentre uscivi dall’Egitto”.

Tratto da chabadroma.org

Shabbat Shalom

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